Patologie dell’ età evolutiva - Psicologia

Non sempre lo sviluppo individuale avviene in modo regolare e può comportare deviazioni per varie ragioni. Queste alterazioni possono essere causate da anomalie biologiche, come danni cerebrali e deficit nel sistema nervoso, oppure da fattori psicologici e ambientali. I casi di ritardo mentale possono presentare deficit cognitivi e compromettere il normale sviluppo. Una crescita in un ambiente povero di stimoli, affetto e cultura può contribuire negativamente allo sviluppo, mentre l’ambiente stimolante aiuta a ridurre i segni di ritardo mentale.


Le patologie dell’età evolutiva sono classificate in varie categorie, ciascuna con esempi specifici di disturbi:
  • La psicosi  include l’autismo come esempio principale. Le psicosi rappresentano disturbi gravi caratterizzati da una compromissione della percezione della realtà. 
  • L'ansia è un disturbo comune nei bambini e adolescenti che può manifestarsi con preoccupazione eccessiva e paura.
  • La depressione, invece, implica un umore persistentemente triste o una perdita di interesse per le attività, influendo sul funzionamento quotidiano.
I disturbi della comunicazione
Essi comprendono un ampio spettro di difficoltà che interferiscono con la capacità di una persona di comprendere, produrre o interpretare messaggi verbali, non verbali o scritti.
  • Afasia è un disturbo del linguaggio che può verificarsi a seguito di lesioni cerebrali, come un ictus o un trauma cranico.
  • I disturbi della voce si verificano quando vi è una difficoltà nell’emissione del suono, influenzando la qualità, la prolungabilità e la proiezione della voce.
  • Balbuzie: È un disturbo della fluenza che si manifesta con interruzioni involontarie nel flusso verbale, come ripetizioni, prolungamenti o blocchi. Le cause possono essere genetiche, psicologiche o dovute a disfunzioni neurologiche. 
  • Tic Verbali: Includono suoni o parole involontari, spesso associati a disturbi neurologici o psichiatrici come la sindrome di Tourette.
  • Disturbo della fonazione: è un incapacità di di usare i suoni del linguaggio rispetto al livello di sviluppo raggiunto. Potrebbe essere un deficit sensoriale, motorio della parola oppure una forma di mutismo selettivo in riposta a traumi o stress.
I disturbi specifici dell' apprendimento (DSA)
Essi sono un gruppo di difficoltà che influenzano specifiche aree dell'apprendimento, come la lettura, la scrittura e il calcolo, nonostante l'individuo abbia un'intelligenza nella norma o superiore alla media. I DSA non sono causati da disabilità intellettiva, da fattori socio-culturali, o da altre problematiche di natura neurologica o psichiatrica, ma da una difficoltà specifica nell'acquisizione di certe competenze cognitive.
  • La dislessia è un disturbo che interessa la capacità di leggere correttamente e fluidamente. Le persone con dislessia presentano difficoltà a decodificare le parole, leggere in modo veloce e preciso, e comprendere il significato di un testo scritto.
  • La discalculia è un disturbo che interessa le competenze matematiche. Le persone con discalculia hanno difficoltà a comprendere concetti matematici di base, a eseguire calcoli aritmetici e a riconoscere le relazioni numeriche.
  • La disgrafia è un disturbo che riguarda la produzione scritta, influenzando la grafia e la motricità fine necessaria per scrivere in modo leggibile.
I disturbi della sfera alimentare nella prima infanzia
I disturbi legati a questa sfera sono associati all'interazione fra neonato e madre. La suzione e la deglutizione sono le prime abilita che un bambino possiede. Non tutti i bambini si comportamenti con la nutrizione. Sin dalla prima infanzia si possono presentare segni e sintomi di disagio che nell' adolescenza si trasformano in diverse patologie:
  • L'anoressia è un disturbo dell'alimentazione caratterizzato da una restrizione estrema dell'apporto alimentare, un'intensa paura di guadagnare peso e un'immagine corporea distorta.
  • La bulimia è caratterizzata da episodi ricorrenti di abbuffate alimentari seguite da comportamenti per evitare l'aumento di peso, come il vomito autoindotto.
  • L'iperfagia è caratterizzata da episodi ricorrenti di abbuffate, durante i quali il ragazzo consuma grandi quantità di cibo, ma senza i comportamenti compensatori come nella bulimia. 

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